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venerdì 25 novembre 2011

Per il Financial Times, lo svedese Borg è il miglior ministro d'economia europeo. Tremonti penultimo.

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Ha 43 anni, è alto, grosso, svedese. Ha i capelli pettinati all'indietro, la fronte alta e la fede al dito. Di profilo ha un orecchino e la coda di cavallo tenuta dall'elastico. Soprattutto è il più bravo ministro dell'Economia di tutta Europa. Anders Borg è un membro del partito moderato svedese e ha il merito, secondo la classifica stilata dal Financial Times, di aver individuato in anticipo la necessità di rafforzare le banche (il fiuto per la finanza è ben visto dai mercati) e di aver spiegato, con tatto, ai colleghi che cosa il resto d'Europa poteva imparare dalla crisi svedese negli anni '90. Inoltre la sua critica alle agevolazioni date alle banche gli è valsa il sostegno popolare.
La graduatoria del quotidiano britannico, arrivata ormai alla sesta edizione, è stata elaborata sul campione delle diciannove maggiori economie del continente europeo sulla base di tre parametri: abilità politica, performance economica e credibilità sui mercati. Anders è al primo posto in tutti i parametri. Nel 2011, osserva il Financial Times, grazie alle riforme attuate e alla prudenza fiscale, l'economia di Stoccolma ha messo a segno una prestazione eccezionale. Sul sito del governo, accanto alla sua foto, Borg scrive: "Il nostro obiettivo è far crescere un'economia sana in Svezia e mettere ordine alle finanze pubbliche. Far lavorare più persone e combattere l'emarginazione sociale, sia in termini umani che economici, è la nostra sfida più grande. Questo porterà tutti ad avere più controllo sulla propria vita quotidiana, e a creare maggiori possibilità di benessere". Sana. Ordine. Benessere.
Nato a Stoccolma l'11 novembre del 1968 ma cresciuto a Norrköping, Östergötland County, Anders Borg ha studiato scienze politiche, storia dell'economia e filosofia all'Università di Uppsala. Poi si è spostato in quel di Stoccolma dove ha partecipato a vari corsi avanzati di economia. Non si è mai laureato. Non lo è tuttora. Ma è stato presidente dell'unione degli studenti di Uppsala e della Heimdal Association e nei primi anni novanta vice presidente della Confederation of Swedish Conservative and Liberal Students. Ha ammesso di aver fumato cannabis quando era giovane e si è battuto per la legalizzazione delle droghe. Ha un profilo su Facebook (da poco), si autodefinisce un femminista convinto e ha tre figli con Susanna "Sanna" Borg.
Come un personaggio di 'Millenium' di Stieg Larsson, il curriculum di Borg comincia da giornalista per il quotidano Svenska Dagbladet. Poi i primi passi politici dopo la vittoria del 1991 dei partiti di centrodestra. In quegli anni comincia a coordinare i ministeri della Salute e degli Affari sociali, dell'Educazione e delle Scienze e la Pubblica amministrazione. Dal 1993 al 1994 diventa consulente politico del (moderato) primo ministro Carl Bildt, attuale capo degli Esteri nel governo di Fredrik Reinfeldt. La passione di Borg però sono le banche. Capirne i meccanismi, studiarle. Dal 94 comincia a lavorare nel settore privato bancario. Gli anni Novanta li passa da analista economico prima nella società Transferator Alfred Berg, poi alla ABN Amro Bank di Stoccolma fino a scavalcare millennio come capo del dipartimento di analisi economica alla Skandinaviska Enskilda Banken (SEB).
Da lì arriva al consiglio amministrativo della Riksbank (la banca centrale svedese) e viene reclutato dal partito moderato di Bo Lundgren nel 2003. Il passo a essere chiamato dal neo governo di centrodestra (Alleanza per la Svezia) è brevissimo e, appena eletto, Reinfeldt nel 2006 lo nomina ministro dell'Economia. Borg aveva 38 anni, Reinfeldt 41, la terza persona più giovane a diventare primo ministro in Svezia. Anders Borg è la mente dietro l'economia svedese. La sua lotta si è indirizzata soprattutto a combattere la disoccupazione, a incrementare gli autofinanziamenti. Abbassando tasse e diminuendo privilegi ha creato lavoro, motivato e aumentato le possibilità di nuovi affari. Per portare avanti la sua politica, Borg si è creato dei nemici. Il 5 settembre del 2007, il ministro della Difesa Mikael Odenberg si è dimesso come segno di protesta verso le decisioni di Borg sui fondi destinati all'esercito svedese.
Ma Borg non sembra temere critiche e fa le sue senza censure. Il 29 novembre del 2008, durante un'intervista in tv, ha criticato apertamente il programma economico di Obama, definendolo "inattendibile". Dure anche le critiche al governo di Berlusconi prima delle dimissioni. L'ex premier italiano non avrebbe "preso sul serio la crisi del debito, perdendo la capacità di gestire questa difficile fase economica". Non solo: secondo Borg, Berlusconi ha ceduto al populismo evitando di affrontare di petto i problemi dell'Italia. Le misure annunciate da Roma, ha detto il ministro, sono sempre rimaste solo su carta e sono comunque meno dure di quanto chiesto dall'Europa.
Nella attuale crisi che sta investendo l'Europa, Anders Borg resta ministro di un Paese che, come la Svezia, è fuori dalla moneta unica. "L'Europa sta perdendo credibilità e la soluzione deve essere l'abbassamento del debito. La responsabilità è dei Paesi con debito elevato, cioè Italia e Grecia", ha detto Borg agli inizi di novembre. Nella classifica del Financial Times questo ha contato. Sul podio dei migliori ministri economici ci sono il tedesco Wolfgang Schauble, al secondo posto, e il polacco Jacek Rostowski, terzo. I peggiori ministri sono il greco Evangelos Venizelos, ultimo in classifica e Giulio Tremonti, penultimo, al diciottesimo posto. Impietoso su di lui il giudizio del Financial Times, che ha chiuso la classifica prima che Tremonti e la collega spagnola Salgado, tredicesimo posto, lasciassero i rispettivi incarichi: quindicesimo posto sul versante dell'abilità politica, diciassettesimo su quello dei risultati economici, sedicesimo per credibilità.
(a cura di katia riccardi)
FONTE: http://www.repubblica.it/economia/2011/11/24/foto/financial_classifica-25517277/1/

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