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giovedì 15 ottobre 2015

Scoperta e analizzata la galassia più antica dell'Universo: ha 13,2 miliardi di anni

La galassia EGS8p7 è stata osservata dal California Institute of Technology, che ne ha rilevato anomali caratteristiche di luminosità e calore.




E' nata ''soltanto'' seicento milioni di anni dall'inizio dell'Universo: si tratta di EGS8p7, che con i suoi 13,2 miliardi di anni (ovvero poco meno dei 13,8 miliardi di età dell’universo) rappresenta la galassia più vecchia e lontana di cui abbiamo notizia. A scoprirla sono stati dapprima i due più celebri telescopi spaziali, Hubble e Spitzer, e poco dopo le analisi da terra dal Keck Observatory, nelle Hawaii, attraverso l'ausilio di uno spettrometro a infrarossi, il Mosfire. Questo spettrometro installato sui telescopi del Keck ha consentito di calcolare l’età della galassia in quanto il Mosfire ha determinato il cosiddetto spostamento verso il rosso, chiamato Redshift, ossia lo spostamento dal colore reale a lunghezze d’onda più rosse per via della distanza. L’effetto è analogo al suono della sirena di un’ambulanza che diventa più acuto avvicinandosi.


Una galassia luminosa e piena di stelle calde
Si tratta un fenomeno derivante dal famoso effetto Doppler, in conseguenza di cui lo spettro di una sorgente luminosa appare spostato verso il rosso se la sorgente stessa si allontana dall’osservatore. L’analisi spettrografica di EGS8p7 ha fatto registrare un redshift di 8,68, mentre la galassia più distante mai osservata sinora aveva un redshift di 7,73. Il team di ricercatori facente parte del California Institute of Technology (CalTech) è riuscito a mettere insieme il ritratto di questa galassia, presentato sulla rivista ''Astrophysical Journal''. L'analisi dello spettro della galassia ha rivelato caratteristiche inattese per un oggetto nato poco dopo l'inizio dell'Universo, le quali suggeriscono come la galassia in questione fosse particolarmente luminosa e piena di stelle insolitamente calde. Secondo l'italiano Sirio Belli, che fa anch'egli parte del CalTech, la galassia EGS8p7, insolitamente luminosa, '' potrebbe avere caratteristiche particolari che hanno generato una bolla di idrogeno ionizzato molto prima di quanto sia possibile per una galassia di quell’epoca ".

Mistero e ipotesi sulle sue insolite caratteristiche
I gas caldi di idrogeno, riscaldato dalle stelle nelle galassie giovani, danno vita a una firma spettrale chiamata linea Lyman-alpha. Se lo spettro della luce emessa da una galassia ha questa linea, gli astrofisici ne deducono che è una galassia giovane e attiva. Non sarebbe dovuto essere così per il caso di EGS8p7: infatti, la sua linea Lyman-alpha sarebbe dovuta essere stata totalmente assorbita dalle nubi di idrogeno del neonato Universo. E invece sorprendentemente non è andata affatto in questo modo. Probabilmente, fanno sapere gli astronomi, EGS8p7 fu una galassia incredibilmente calda e luminosa, a tal punto da ionizzare rapidamente le nubi di idrogeno che la circondavano. O magari c’è qualcosa che ancora non si sa sulla composizione del giovane Universo. Infine, al momento, nessuno può sapere se la galassia più vecchia mai vista dall'uomo esiste ancora (la sua luce ci ha messo appunto 13,2 miliardi di anni per arrivare sino alla Terra) nè se altrove ne esistono più vecchie.


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