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domenica 27 maggio 2012

Intervista di ''Repubblica'' all'attrice Penelope Cruz

Penelope Cruz dichiara che ha bisogno di programmare lavoro e immagine pubblica, famiglia, ore della giornata, spostamenti. "Ero così fin da bambina, ansiosa", racconta. È nata vicino a Madrid nel '74: figlia di una parrucchiera e di un commerciante, è cresciuta con un complesso di classe. "Ho sempre avuto paura di dire o fare la cosa sbagliata, così ho iniziato a controllare tutto, per non fare errori. Per fortuna ho avuto una madre che mi ha sempre compreso e incoraggiato". 
Ha capito presto che aveva un temperamento artistico. La danza classica l'ha aiutata a "sentire" il corpo, mentre sul lavoro l'ha aiutata uno spiccato senso pratico. Ha lavorato come modella, fatto gli incontri giusti, costruito una carriera internazionale. "In realtà ho una doppia personalità, sono divisa tra super organizzazione e improvvisazione totale. Basta vedere cosa metto in valigia, sembra quella di una che non ha mai viaggiato in vita sua. Devo partire per il fine settimana? Ammasso dentro vestiti per un mese. È l'ansia. L'ansia di aver bisogno di una cosa e di non averla a portata di mano".

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Eppure ora va un po' meglio: "Sono molto migliorata. Il grande cambiamento è merito della nascita di mio figlio Leonardo, che mi ha fatto vedere il mondo con altri occhi. Grazie a lui ho potuto rivivere la mia infanzia con maggiore sicurezza". La famiglia, ora, è un punto di forza. Poco lontano c'è Leonardo, 15 mesi: corre per l'albergo inseguito dall'amorevole zia Monica, la sorella minore di Penelope. Parla e racconta, facendo una deroga al suo codice di comunicazione mediatica. "Quando la tua immagine diventa pubblica non riesci più a governarla e allora devi proteggerti".
D'altra parte ha sperimentato sulla sua pelle che cosa significa essere esposti, durante le sue storie sentimentali con Tom Cruise e Matthew McConaghey. Così dopo il matrimonio con Javier Bardem ogni frase è misurata e le aperture sono rare. Il diniego gentile di Penelope è frutto di una strategia: "Sono sempre stata riservata, il lavoro che faccio mi espone molto e chi non fa parte dello spettacolo va protetto. E comunque qualunque cosa io dica su Javier viene amplificata e trasformata in un caso. Meglio lasciar perdere".

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Al contrario, per quanto riguarda il rapporto con i fans, Penelope ha scelto una strategia d'attacco: "Non uso mai occhialoni scuri, niente travestimenti. Altrimenti la gente pensa che ti stai nascondendo o hai rubato qualcosa. Meglio andare a viso aperto, girare liberi per Roma, Madrid, Londra. Non voglio rinunciare a vivere una vita normale". La normalità passa anche attraverso una serie di esercizi per lasciarsi andare.  Come superare l'ansia. "Un piccolo esercizio ogni giorno. Da questo di vista la recitazione mi aiuta a evadere dal super io. Quando sono sul set è come se facessi terapia. La mia testa è ferma lì, non posso pensare ad altro, in questo momento. Anche per questo ho amato il personaggio di escort che ho interpretato per Woody Allen in To Rome with love. Mi sono immedesimata in questa persona senza filtri sociali, capace di dire tutto quello che pensa. 
(a cura di arianna finos da ''La Repubblica'')
fonte: http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2012/05/26/news/penelope_cruz_ansia_figlio-35942766/

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